
independent.co.uk
Un punto da sottolineare è che nessuno degli intervistati, anche quelli che li odiano, prevedono che ISIS si tolga di mezzo presto, anche se aumenta la pressione da parte dei suoi nemici, che aumentano di numero di giorno in giorno. Tra questi gli Stati Uniti, l’Iran, l’esercito iracheno, le milizie sciite, i curdi iracheni Peshmerga, i curdi siriani e l’esercito siriano, per citare solo i più importanti. Le forze anti-ISIS stanno iniziando a segnare delle vittorie importanti sui campi di battaglia e diminuiscono sempre di più le probabilità di vittoria dello Stato islamico. Durante la scorsa settimana circa 20.000 miliziani sciiti, 3.000 forze di sicurezza irachene, 200 commandos del Ministero della Difesa e 1.000 membri delle tribù sunnite hanno marciato e preso d’assalto la città di Tikrit, città natale di Saddam Hussein.
Finora non è emersa alcuna alternativa sunnita credibile a ISIS. Un assalto a Mosul da parte del governo iracheno, dei miliziani sciiti o curdi Peshmerga a Mosul, sarebbe interpretato dagli arabi sunniti come un attacco alla loro comunità nel suo insieme.
Omar ha lavorato per cinque mesi per l’ISIS, anche se non è chiaro quali fossero le sue mansioni, tentando di tutto per evitare che i suoi figli di 14 e 16 anni fossero reclutati dai ribelli. Missili e granate piovevano su al-Kharmah ogni momento, anche se Omar ci dice che raramente hanno colpito i combattenti ISIS, poiché questi si nascondevano nelle case dei civili e nelle scuole. “Il giorno che sono fuggito fu colpita una scuola di al-Kharmah e morirono molti bambini” ricorda.