
Tra i soci eccellenti di Slow Food troviamo la King Baudouin Foundation, una fondazione che risulta essere una diretta emanazione della casa reale belga nel cui consiglio d’amministrazione figurano importanti personalità dello stato belga.
Indagando ancora un po’ si scopre che la KBF è tra i due strategic partner della EPC(insieme alla Compagnia di San Paolo, già sponsor di Terra Madre), ovvero delloEuropean Policy Center, un think tank europeo nato nel 1997 con l’obiettivo di lavorare sull’integrazione europea e sul ruolo dell’Europa nel mondo. Per avere una vaga idea di cosa si tratta scorriamo velocemente il curriculum del suo presidente onorario Peter Sutherland: già commissario europeo, già presidente della Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), membro del gruppo Bilderberg e della Commissione Trilaterale, nonché ex direttore non esecutivo di Goldman Sachs International e della Royal Bank of Scotland. Ci troviamo dunque di fronte a uno dei vertici del sistema finanz-capitalista che è il primo responsabile, tra le altre cose, dell’impoverimento delle popolazioni rurali di tutto il mondo e della distruzione della biodiversità del pianeta.
Colors, la celebre rivista di proprietà del gruppo Benetton, ha nel 2006 dedicato persino un numero speciale al Salone di Terra Madre. È bastato ad espiare il senso di colpa di Benetton per aver espropriato pachamama, madreterra, ai Mapuche? Il gruppo Benetton detiene la maggior parte delle azioni di Autogrill che a sua volta controlla, tra le altre catene di fast food, Burger King. Ma non eravamo slow food? Quando si è ricominciato a pestare sul pedale? Il gruppo Benetton possiede l’azienda agricolaMaccarese spa che con i suoi 32000 ettari pianeggianti rappresenta il primo latifondo italiano per dimensioni. Possiede inoltre il 33% delle azioni di Impregilo, principale impresa di costruzioni, o di distruzioni, italiana, general contractor del progetto Tav Torino-Lione e del ponte sullo stretto di Messina.
In che modo si può pensare di salvaguardare la biodiversità e l’ecosistema con soci di questo calibro? Perché autorevoli membri dell’agroindustria e delle corporation italiane sostengono l’università fondata da Slow Food? Viene quasi il sospetto che associare il proprio nome al fortunato marchio del buono, giusto e pulito equivalga a ripulirsi la “fedina penale” davanti a quei “consumatori” che dopo anni di parole e di pratiche sul consumo critico iniziano a interrogare la propria coscienza quando mettono mano al portafoglio.
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Tra i promotori (stakeholders) di SlowFood e di Terra Madre c'è Banca Etica.Qualcuno si è mai posto la domanda se è davvero etica, Banca Etica?Sono un cittadino di Ravenna di 39 anni che ha partecipato nel 2006 ad un progetto di housing sociale promosso dal proprio Comune. Il progetto prevedeva che i destinatari, selezionati attraverso un bando pubblico per meriti di reddito, fossero messi nelle condizioni di costruirsi la propria casa seguiti e aiutati da personale specializzato.A tale scopo il Comune si avvalse di una organizzazione non governativa con esperienza in questo campo che aveva già realizzato progetti di autocostruzione assistita, Alisei Ong.La gestione del cantiere da parte di Alisei Ong era totale, maestranze e direttore lavori, acquisto materiale, gestione burocratica e amministrativa.Questa aveva anche un Istituto di Credito con cui aveva una collaborazione a livello nazionale, Banca Etica, pronta a finanziare il progetto. Dopo poco più di 2 anni la organizzazione sparisce lasciando le famiglie con un cantiere al 50% di avanzamento lavori e un debito di oltre 1 milione €. Nel 2012 le famiglie occupano il cantiere per 94 giorni e 94 notti, abitando gli scheletri di quelle che dovevano diventare le proprie case, senza luce, acqua, gas.Queste le immagini di quei giorni: bit.ly/1ghUlztCome si dovrebbe comportare una banca etica nei confronti di un debitore che si trovasse nella difficoltà di restituire un prestito? Chiaro, non dovrebbe più esigere il proprio credito per non condannare quella persona che per un motivo o per un altro non lo può rifondere.Già, ma Banca Etica il credito invece lo esige, proprio come una banca e ti pignora se non lo rifondi.Proprio come è successo con gli autocostruttori di Filetto, i quali hanno subito dalla banca un precetto di pignoramento verso terzi.Ma come sono stati gestiti gli altri 15 cantieri sorti in tutta Italia?Quello di Ravenna fa parte di un progetto denominato "UN TETTO PER TUTTI" che è avviato nel 2002 e prevede, nella sola regione Lombardia, la costruzione di 125 alloggi, nell'arco di tempo di 24 – 30 mesi.Contemporaneamente il progetto viene proposto in Umbria, dove nel corso dello stesso periodo sono avviati 4 cantieri.Nonostante le cose non procedano proprio a gonfie vele (i cantieri che dovevano durare 18-24 mesi in realtà da subito denunciano gravi ritardi), Alisei riesce a convincere anche il Comune di Ravenna, dove saranno avviati ben 3 progetti. Il risultato di questo progetto è disastroso. Su circa 15 cantieri avviati (un cantiere anche in Veneto, in provincia di Padova) solo 4 vengono terminati, ma con gravi ritardi e difetti strutturali, gli altri sono abbandonati da anni al grezzo. Nella sola Lombardia sono stati "buttati" 11,8 milioni di finanziamenti pubblici. Nonostante tutto ciò nel 2009 in Campania si decide di proporre la stessa metodologia, nel Comune di Villaricca e di Piedimonte Matese.La regione mette a disposizione un finanziamento a fondo perduto di 850.000 €. Chi è il soggetto promotore e gestore? Alisei.Chi finanzia i cantieri? Come al solito, sempre Banca Etica.I meccanismi della truffa li dovranno scoprire la Magistratura, io sostengo che Banca Etica non potesse finanziare questi cantieri perché non si trovava nelle condizioni di terzietà richieste nella conduzione di un progetto di edilizia pubblica regolato da bando pubblico.Il 30 dicembre 2013 gli autocostruttori di Filetto hanno depositato una causa civile nei confronti dei soggetti coinvolti: Alisei Ong, Banca Etica e Comune di Ravenna, perché sembra chiaro che ci siano responsabilità oggettive e indiscutibili da parte di tutti.A giugno il Comune di Ravenna ha depositato una richiesta danni di 3 milioni. Destinatari della richiesta naturalmente le famiglie… Che avreste pensato, che facevano causa ad Alisei?
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