
http://www.ispionline.it/articoli/articolo/mediterraneo-medio-oriente/ribelli-anti-assad-un-fronte-frammentato-14006
Se la guerra in Siria fatica a trovare una soluzione, è soprattutto per via dell’estrema frammentazione che caratterizza gli attori che si fronteggiano sul campo. La divisione tra forze pro–Assad e forze anti–Assad non basta, infatti, a rendere da sola l’idea di quanto sia frastagliato il panorama delle organizzazioni e dei gruppi che operano nel contesto del conflitto siriano.
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In realtà, il fronte pro–Assad risulta molto ben definito: al suo interno è composto dalle forze del regime rimaste fedeli al Presidente siriano, mentre dall’esterno è sostenuto da guerriglieri provenienti da Hezbollah, da gruppi di milizie sciite iraniane che combattono direttamente al fianco dei lealisti e, infine, dalla Russia di Putin, anch’essa nelle ultime settimane intervenuta con maggiore presenza sul territorio. Ma come e da chi è composto il fronte anti–regime? Prima di tutto occorre sottolineare come non esista un unico fronte anti–Assad e che, spesso, le fazioni che combattono le forze lealiste sono impegnate contemporaneamente in guerre intestine. Lo spettro delle forze ribelli va dai gruppi meno ideologizzati e più propriamente “rivoluzionari” (thawri, in arabo), ai curdi, fino a quelli salafiti–jihadisti, al cui interno si consuma un’ulteriore guerra tra lo Stato Islamico (IS) e Jabhat al–Nusra, gruppo siriano affiliato ad al–Qaida.
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