Intervista di Margherita Furlan a Paola De Pin
Il 21 aprile, al Senato della Repubblica, si è tenuta la conferenza stampa per la presentazione del disegno di legge costituzionale n. 1774, promosso dalla senatrice Paola De Pin. Il ddl intende intervenire sull’adesione dell’Italia alla Nato, soprattutto alla luce delle modifiche introdotte dal nuovo concetto strategico del 2010, peraltro ancora non ratificato dal parlamento italiano. All’incontro hanno preso parte anche i noti giornalisti Manlio Dinucci, Giulietto Chiesa, Fulvio Grimaldi, lo storico Franco Cardini e padre Alex Zanotelli.
La senatrice, intervistata da Sputnik Italia, afferma che “a sessantasei anni dall’adesione dell’Italia al Trattato multilaterale che ha dato vita alla Nato, appare del tutto ragionevole considerare esaurite le motivazioni iniziali e invitare il governo a esercitare le proprie prerogative al fine di revocare l’adesione, inoltrando la notifica di disdetta, così come espressamente previsto dal Trattato stesso. Occorre considerare la trasformazione della Nato da struttura difensiva in struttura di controllo egemonico e proiezione, di fatto, dell’egemonia degli USA sul pianeta. Tale cambiamento rende oggettivamente non più coincidente, nell’attuale contesto storico, l’interesse della sicurezza nazionale con le strategie messe in atto dalla Nato”.
– “Per molto tempo ho pensato che la politica bellicista potesse essere fermata senza rotture clamorose. L’elezione di Obama, in particolare, aveva suscitato grandi speranze in me come, credo, in molti altri. Purtroppo, nel momento in cui il presidente si avvia a concludere il suo secondo mandato, bisogna riconoscere che queste aspettative sono state deluse. Non solo non vi è stato alcun sostanziale cambiamento d’indirizzo rispetto alla precedente politica mediorientale degli Stati Uniti, ma si è addirittura aperto un nuovo contenzioso, questa volta con la Russia. In Ucraina, un presidente — magari pessimo, ma regolarmente eletto — è stato cacciato non tramite un voto del parlamento, ma in seguito a manifestazioni violente di militanti pagati e armati dall’estero. Il nuovo governo, non appena insediato, ha pensato bene di scagliare l’esercito contro il suo stesso popolo, aggredendo, in un’assurda lotta fratricida, le regioni del Donbass e provocando l’ennesima insensata carneficina. Il tutto con il fine di portare il paese nella NATO e di rendere impossibile ogni intesa politica ed economica tra Europa e Russia. Registi di questa operazione sono stati gli USA, con l’attiva complicità delle cancellerie europee. Solo il sussulto, peraltro tardivo, di Francia e Germania ha impedito che il mondo precipitasse nel baratro di una guerra dalle proporzioni difficilmente immaginabili. Di fronte a tutto questo — quando, cioè, anche un presidente teoricamente aperto come Obama agisce in modo irresponsabile — è evidente che i margini di mediazione vengono meno”.
Fonte:http://it.sputniknews.com/opinioni/20150422/295419.html
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