
Di Peppe Caridi
Neanche se le cose andassero bene potremmo giustificare il teatrino,sconcertante, che in questi giorni i politici reggini stanno fornendo ai loro elettori. A maggior ragione in una città sempre più in ginocchio, piegata dalla cattiva gestione, dall’incuria, dall’abbandono e dal distacco più netto della storia tra classe dirigente nel palazzo e gente in strada, assistere alle polemiche tra neofascisti e comunistoidi diventa un affronto imperdonabile.


Sono le nuove generazioni della politica reggina, che nel 2015 rimangono ancorate ai retaggi di 70 anni fa e che soprattutto riescono a trovare modo e tempo per selfie con pugni alzati, messe di squadristica memoria, mentre la città che amministrano sta morendo nella disperazione sociale più grave degli ultimi decenni, probabilmente di tutta la storia Repubblicana.
