![]() Di Pietro Secchi http://www.giornaledifilosofia.net |
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L’altro Islam. Uno squarcio di luce mistica ed emotiva sul volto eterodosso, teosofico e gnostico del pensiero arabo che l’Occidente ignora quasi del tutto. Così si presenta al lettore lo studio di Henry Corbin, di cui viene proposta per la prima volta la traduzione italiana. Il libro, che raccoglie due ampi saggi sulla figura di Ibn Arabî (1165-1240), ha in realtà come primo intento quello di complicare la nostra visione dell’Islam. br />La seconda parte del libro, Immaginazione creatrice e preghiera creatrice si occupa invece del ruolo peculiare della facoltà dell’Immaginazione. Essa, ancora una volta, non ha nulla a che vedere con il modo in cui è concepita dalla nostra cultura. L’Immaginazione attiva è ciò attraverso cui l’uomo coglie le Teofanie, le vere manifestazioni del divino. Lungi dall’essere visione di ciò che non esiste – per Corbin questo intendiamo oggi con “immaginario” – detta facoltà è il canale attraverso cui ogni individuo può incontrare Dio nella forma specifica, angelica, antropomorfica, nella quale gli si rivela. Il mundus imaginalis è il luogo intermedio tra sensibile e intelligibile, nel quale si consumano incontri incomprensibili e incomunicabili, in cui il dramma di Dio si congiunge al dramma dell’uomo nella duplicità della preghiera. Ne scaturisce una religiosità lirica, irripetibile, che sfugge ad ogni inquadramento e ad ogni legalismo. Per questo i sufi e Ibn Arabî sono stati sempre osteggiati e attaccati dai “dottori”, dall’Islam ufficiale e più noto. Che però non è solo e Corbin in questo studio ha il merito impareggiabile di farcelo sapere. FONTE:http://www.giornaledifilosofia.net/public/stampa_lb.php?id=7 FOTO:http://lamisticadellanima.blogspot.it |
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