Di Salvatore Santoru
A quanto pare l’Italia sta preparando un nuovo intervento militare in Libia, per fronteggiare l’avanzata dell’ISIS nel paese.
La Farnesina ha comunicato che l’ambasciata italiana a Tripoli è stata chiusa, è che iniziato il rientro degli italiani residenti nel paese nordafricano.
Facendo una piccola riflessione, tale situazione non rappresenta certo una novità, ma una logica conseguenza di ciò che è successo nel paese dalla guerra nel 2011.
Difatti, in quell’anno l’Italia è entrata in guerra per conto della NATO e contro i propri interessi per abbattere il governo di Gheddafi, che strategicamente era l’unico serio baluardo alla crescita del fondamentalismo e del terrorismo islamista nell’area.
Dopo la fine della guerra e la presunta “liberazione” del paese, di conseguenza la Libia è scivolata nel caos diventando preda di milizie islamiste e armate, sino ad essere una “colonia” dell’ISIS al giorno d’oggi.
Ora, ci si aspetta questo nuovo intervento militare che probabilmente ne sarà seguito da un’altro, e d’altro canto rimane l’amara constatazione del fatto che quella partecipazione alla guerra in Libia di quattro anni fa fu un vero e proprio suicidio nazionale, pagato dai contribuenti milioni e milioni di euro.