Di Salvatore Santoru
Solitamente si pensa che la Seconda Guerra Mondiale sia stata una sorta di guerra delle forze del “Bene” contro il cosiddetto “Male Assoluto”, ma in realtà si trattò di un gigantesco conflitto di interessi delle grandi potenze e dei potentati economici, finanziari e militari, e ogni parte coinvolta si macchiò, in misura ovviamente diversa, di enormi crimini.
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Sino ad ora le cause di essa sono state imputate al solo desiderio espansionistico della Germania, che seppur esistente non può essere considerato come l’unico motivo dello scoppio del tragico conflitto.
Difatti, gli echi di guerra erano fortemente diffusi e buona parte delle grandi potenze decise di fortificarsi militarmente, oltre ad investire massicciamente nella propaganda.
Tutta questa situazione culminò nel casus belli del 1939: l’invasione, il 1 settembre, della Polonia da parte della Germania.

La questione polacca, durante quel periodo, è stata strumentalizzata da tutte le potenze coinvolte, a partire dalla Germania, ma anche da Francia e Gran Bretagna, che non vedevano l’ora di trovare il pretesto per attaccare quella che era a tutti gli effetti una grande potenza in via di sviluppo e che poteva costituire una pericolosa concorrenza a livello geopolitico e militare.
