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Fortezza di Sacsayhuaman, Cuzco |
http://civiltaanticheantichimisteri.blogspot.it/2014/10/la-vera-paternita-delle-opere.html
A Cuzco, nella valle Sacra e a Machu Picchu si trovano monumenti megalitici straordinari. Emblema di questo stile è sicuramente la fortezza di Sacsayhuaman a Cuzco, realizzata con blocchi che in alcuni casi raggiungono il peso di 120 tonnellate.
Nonostante non sia stata utilizzata alcun tipo di malta per legare i blocchi, tra di essi non è possibile infilare nemmeno la lama di un coltello.
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Distratti dall’innegabile fascino che questi monumenti emanano, gli osservatori spesso non si accorgono del fatto che sono visibili ovunque le tracce di quello che sembra essere un “restauro”. E’ ben visibile un secondo intervento in cui le mura sono state completate o ampliate. Il luogo in cui questa restaurazione è più evidente è Machu Picchu, ma ovunque ve ne è traccia da Ollantayatambo a Cuzco.
Nella foto a destra: Machu Picchu, stili costruttivi differenti,
attribuibili a periodi diversi
L’ipotesi che questi siti abbiano subito un secondo periodo costruttivo è data dall’evidente differenza tecnica che i livelli superiori mostrano.
Guardando il sito archeologico di Machu Picchu ho quasi l’impressione che gli Inca abbiano trovano una serie di antichi templi megalitici in cima a questa vetta ed attorno a questo luogo sacro hanno edificato una cittadella e dei terrazzamenti per la coltivazione. Dalle foto è chiarissima la sovrapposizione di stili architettonici, ma a questa differenza non viene mai dato alcun risalto.
Nella foto a destra: Sacsayhuaman, Cuzco
Eppure molti Inca dopo l’invasione si convertirono al cristianesimo e vissero insieme agli spagnoli, possibile che nessuno seppe o volle spiegare agli spagnoli come fecero i nativi a trasportare lungo i pendii scoscesi delle Ande blocchi così pesanti, come fecero a tagliarli con tanta precisione, a sollevarli e a farli combaciare senza il minimo margine d’errore e sopratutto come fecero a fare tutto questo in tempi accettabili allo sviluppo di un progetto.
Secondo i nativi la pietra fu trascinata letteralmente per più di 70 km, tirandola con grosse funi da più lati per evitare che scivolasse lungo i pendii. Nonostante ciò rotolò, uccidendo dai 3.000 ai 4.000 uomini. Dopo l’incidente e il lungo viaggio, la pietra arrivò a Sacsayhuman e pianse lacrime di sangue vedendo che non c’era più un posto per lei sulla fortificazione. Il racconto secondo me non ha i tratti di una cronaca, ma di una leggenda raccontata dai nativi, sia per il destino toccato alla pietra sia per l’eccessivo numero di morti. Oltre a questo non sappiamo nulla di certo su come fecero a tagliare e a sollevare le pietre. Eppure nei resoconti è scritto che i lavori di costruzione erano terminati poco prima dell’arrivo dei conquistatori, ma degli strumenti utilizzati e delle tecniche impiegate non si scoprì mai nulla.
Foto: Ollantaytambo
Alcuni hanno sostenuto che i livelli di mura costruiti con pietre grezze e sbozzate risalgono a un periodo successivo alla conquista, in certi casi può anche essere vero ma in linea di massima direi di no in quanto uno dei luoghi in cui sono più evidenti due periodi costruttivi differenti, con quello superiore nettamente più arretrato di quello inferiore è Machu Picchu.
Foto a destra: Una porta megaliti di Machu Picchu sopra la quale sono state poste pietre grezze.
Se il secondo livello costruttivo (quello tecnicamente più povero) risale al periodo inca, trovo logico supporre che il livello inferiore (quello megalitico) risalga a un periodo più antico ed estraneo alla cultura inca, che non era in possesso di un livello tecnologico e culturale sufficiente a sviluppare simili progetti. Potremmo definire anomalo il fatto che i livelli e i monumenti più antichi siano stati costruiti con una tecnica infinitamente superiore a quelli più recenti, ma il Perù non è l’unico luogo al mondo in cui si assiste a un fenomeno di questo tipo.