http://www.secoloditalia.it/2015/05/banca-mondiale-accusa-israele-sta-strangolando-leconomia-gaza/
L’accusa è pesante e documentata. Ed è rivolta principalmente contro Israele. L’economia di Gaza è «sull’orlo del collasso». Ed è Israele che più di tutti la sta strangolando. Porta una firma autorevole e importante il dossier che mette sotto la lente d’ingrandimento l’economia della “Striscia” e i motivi per cui il sistema economico e produttivo sta implodendo: è un nuovo rapporto della Banca Mondiale a puntare il dito contro il governo di Tel Aviv reo di strangolare l’economia della Striscia. E non è cosa da poco se si pensa che il più grande azionista della Banca sono gli Stati Uniti – storici amici di Israele – che nominano e hanno nominato da sempre tutti i presidenti della Banca Mondiale compreso l’ultimo, il medico antropologo Jim Yong Kim, statunitense di origine asiatica che firma il rapporto secondo cui il tasso di disoccupazione nella Striscia, dove è al potere de facto Hamas, è, ora, il piu’ alto del mondo.
La mossa conseguente dell’Istituto che fa parte delle istituzioni specializzate dell’Onu è stata quella di esigere da Israele e da altri donatori internazionali di porre rimedio alla situazione indicando come cause dello «strangolamento» dell’economia, «il blocco» della Striscia, «la guerra e il governo insufficiente».
Nel 2008 un altro rapporto-choc della World Bank contro Israele
Non è la prima volta che la Banca Mondiale accusa esplicitamente Israele di strangolare l’economia di Gaza.
In un rapporto del 2008 – quindi sette anni fa – la World Bank presentò le stesse conclusioni accorate spiegando che la crescita economica nei Territori palestinesi era pari a zero, così come lo era stata l’anno precedente, nonostante un’iniezione di 4,5 miliardi di euro donati dalla Comunità internazionale – 84 i Paesi che si erano messi una mano in tasca per contribuire – proprio a causa delle restrizioni imposte da Israele.
I numeri snocciolati dagli esperti erano drammatici: a Gaza più di una persona su 3 viveva in uno stato di povertà assoluto con un tasso di disoccupazione che, nella Striscia, arrivava al 33 per cento. E questo a causa, fra l’altro, della politica dei blocchi adottata da Israele.