PREMESSA
C’è stato e tutt’ora esiste un forte dibattito sulla tecnologia Wi-Fi e su i suoi ipotetici e/o presunti effetti nocivi per la salute.
Secondo alcune tesi ( di cui se n’è parlato già in questo blog, http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2011/12/le-radiazioni-di-cellulari-e-wi-fi.html) il Wi-Fi sarebbe dannoso e provocherebbe notevoli “effetti collaterali” alla nostra salute, mentre altre tesi sostengono che ciò sia più una sorta di leggenda metropolitana.
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Di seguito, alcuni estratti di articoli che presentano delle visioni differenti, utili per avere un’informazione il più imparziale e libera possibile.
Il primo, un’estratto abbastanza imparziale da Wikipedia, il secondo che sostiene i pericoli del Wi-Fi, e il terzo che sostiene che la tecnologia Wi-Fi non è pericolosa.
Salvatore Santoru
http://informazioneconsapevole.blogspot.it/
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Il Wi-Fi influenza negativamente la nostra salute
Il Wi-Fi è pericoloso per la salute? I falsi miti da sfatare
Ultimamente il Wi-Fi è sempre più bersaglio di campagne di comunicazione piuttosto scorrette. Troppo spesso, infatti, si punta il dito contro le connessioni Wi-Fi facendo intendere che il loro utilizzo possa essere dannoso per la salute.
A fine 2013, come già accaduto in passato, si è addirittura diffusa in Rete (rilanciata poi anche da alcune agenzie di stampa, da testate nazionali molto famose e dagli altri media) una notizia dai toni allarmistici con cui si presentava un presunto studio elaborato in seno all’Organizzazione Mondiale della Sanità(OMS). In tutti gli articoli si faceva riferimento ai drammatici risultati cui sarebbero pervenuti i responsabili della ricerca: l’esposizione alle onde prodotte da un normale access point Wi-Fi potrebbe non solo avere serie conseguenze sulla salute ma anche provocare problemi alle donne in stato di gravidanza. Nulla di più falso.
La “bufala” (vedere l’analisi di Paolo Attivissimo) è stata tempestivamente “smascherata” e segnalata anche se, purtroppo, le preoccupazioni destate da tale notizia (ancora visibilissima in Rete) non sembrano essere state superate.
Per capire realmente se il Wi-Fi sia pericoloso per la salute è necessario prendere in considerazione alcuni fenomeni fisici che sono alla base dello standard IEEE 802.11 (Wi-Fi) e di tecnologie di comunicazione similari.
I dati inviati e ricevuti via Wi-Fi, così come accade con le altre tecnologie WLAN, si propagano attraverso onde elettromagnetiche. Queste provocano la variazione del campo elettrico e del campo magnetico nella zona circostante l’antenna.
Uno degli aspetti più importanti è quello relativo all’intensità dei campi elettromagnetici e quindi al tema delle potenze in gioco.
Il segnale emesso da un router Wi-Fi o da una scheda wireless installata in un personal computer è tipicamente dell’ordine dei 100 milliwatt, ben al di sotto della soglia considerabile come potenzialmente pericolosa.
Basti pensare che un forno a microonde irradia una potenza di circa 1.000 watt che comunque, grazie alle norme costruttive in vigore, confinano la quasi totalità della radiazione nel vano interno.
Un router Wi-Fi, inoltre, utilizza basse tensioni, trasmette in tutte le direzioni e su distanze relativamente lunghe.
Dal momento che le onde radio seguono la legge dell’inverso del quadrato (come la luce, il suono e la gravità), ogni volta che si raddoppia la distanza dalla fonte emissiva, si riceve solamente un quarto dell’energia “prodotta”.
Ciò significa che se “vicino” al router Wi-Fi l’assorbimento possa essere pari ad appena 0,1 Watt, a distanza di due metri si assorbiranno appena 0,025 Watt e così via.
In altre parole, la potenza del segnale Wi-Fi decresce molto rapidamente mano a mano che ci si allontana dal router o dall’access point.
In fisica lo spettro elettromagnetico riassume l’insieme di tutte le possibili frequenze delle radiazioni elettromagnetiche. Le varie frequenze sono suddivise in bande e lo spettro ottico indica quelle radiazioni che sono visibili all’occhio umano.
Oltre i limiti inferiore e superiore dello spettro ottico, vi sono bande di frequenze non percepibili dall’occhio umano con cui però ci troviamo ad interagire ogni giorno.
Si parte dai segnali radio con lunghezza d’onda più ampia (dell’ordine dei metri) per poi passare alle microonde, all’infrarosso, allo spettro visibile, fino all’ultravioletto, ai raggi X ed ai raggi gamma (lunghezza d’onda infinitesimale, dell’ordine dei picometri e frequenza invece elevatissima; immagine Wikipedia).

Tali radiazioni, infatti, trasportano sufficiente energia per ionizzare atomi o molecole (ovvero, in fisica, per rimuovere completamente un elettrone da un atomo o molecola).
Si pensi alle protezioni il cui utilizzo viene puntualmente caldeggiato da medici ed esperti quando ci si espone al sole per lunghi periodi (raggi ultravioletti, UV) ed alle attenzioni che i tecnici di radiologia ripongono ogniqualvolta un paziente debba effettuare una radiografia.