Di Lady Coratella
Succede poi che il panel di assaggio del laboratorio chimico di Roma dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli declassi nove olii su venti e fra questi ci siano alcuni nomi piuttosto noti alle massaie, come Carapelli, de Cecco, Bertolli, Sasso. (da Il Test, giugno 2015)….
E salutatemi il made in Italy, se lo trovate.
Non è la prima volta che il ministro parla di trasformatori anziché di produttori, avrà mica sbagliato ministero?
Deve aver confuso l’agricoltura con l’industria(
CHE VERGOGNA!).Basta dare un’occhiata fra gli scaffali del supermercato, ma anche nelle cucine di qualche ristorante, per i più temerari.
Dopodiché si aggiunge un pochino di olio vergine o extravergine ed ecco che, per magia, quella cosa lì si trasforma in vero e proprio olio d’oliva.
Extravergine, basta la parola.
Ovviamene per rendere la faccenda più ostica per il consumatore si è deciso di imporre la specifica della spremitura meccanica (che dovrebbe qualificare l’olio) mentre per il normale olio di oliva (che trovate soprattutto nelle salse pronte, nel tonno sott’olio e come ingrediente nella composizione di altri prodotti, ma non è meno grave, è solo più nascosto) è permesso omettere che viene ottenuto attraverso processi chimici.