
Insomma, se i Giapponesi pongono l’ascolto al primo posto nella conversazione, non è solo perchè il verbo viene inserito alla fine della frase (e bisogna quindi ascoltarla interamente per capirne il significato), ma perchè non è gentile interrompere. Non sarebbe rispettoso. Come non lo sarebbe pagare porgendo le banconote con la mano (vanno adagiate sul piatto apposito); lo è invece indossare una mascherina igienica se si è raffreddati, per non contagiare gli altri. La somma di tante piccole azioni dunque, può fare la differenza.

Se all’apparenza questo li rende passivi, in fin dei conti il risultato è una vita più semplice. Se qualcosa va storto, le lamentele non risolveranno certo la situazione. Se è nostro dovere fare qualcosa è inutile discutere, meglio iniziare subito. Se qualcosa non dipende da noi… Allora perché crearci un problema? しょうがない (Shoganai), è una parola che rappresenta un concetto che può essere espresso con “Non si può fare nulla al riguardo”. Piove? Shoganai. Devo lavorare nel weekend? Shoganai. Questa parola esprime perfettamente l’abilità dei Giapponesi di mantenere compostezza e dignità di fronte ai problemi ricorrenti della vita quotidiana ma anche al cospetto di grandi tragedie o ingiustizie, che vanno oltre il nostro potere.

Nella vita non si finisce mai di imparare, e chi scrive non vuole che proporre un piccolo spunto, da utilizzare come punto di partenza per migliorarsi; “rubando” qui e là, imparando dagli altri, in particolar modo da chi è diverso. Nessuno di noi è perfetto, ma il tentativo di migliorare, non si può certo mettere in atto volgendo lo sguardo ad un solo paese. È importante non dimenticare mai le nostre doti innate; sarebbe una mera rinnegazione della nostra cultura. Quello che possiamo fare invece, è imparare a conoscere le doti di altri popoli, per provare a comprenderle, apprezzarle, e perchè no, adottarle.