
Obama ha quindi spiegato di essere “alla guida delle maggiori forze armate al mondo, ma gli Usa non possono risolvere da soli” i problemi del mondo. “Dopo la seconda guerra mondiale – ha aggiunto – le Nazioni Unite hanno lavorato con gli Usa per prevenire una terza guerra mondiale. E ora non vogliamo il ritorno alla guerra fredda”.
Quando è stato il suo turno di prendere la parola, in quello che è stato il suo primo intervento all’Onu in 10 anni, Vladimir Putin ha ignorato il riferimento all’Ucraina, e per quanto riguarda la Siria ha a propria volta lanciato accuse all’Occidente: “Consideriamo – ha spiegato, con chiaro riferimento ai blitz in Siria senza autorizzazione Onu – i tentativi di indebolire la legittimità dell’Onu estremamente pericolosi”. E per quanto riguarda la politica americana in Siria “è un errore non cooperare con il governo siriano” di Bashar Assad perché “nessuno, a parte le forze di Assad, sta veramente combattendo contro l’Isis e i gruppi terroristi in Siria”.
Putin, quindi, ha puntato il dito contro gli Usa spiegando che “è pericoloso dare le armi ai ribelli e giocare con i terroristi. L’Isis non è nato dal nulla. E’ stato finanziato e sostenuto”. Ora, comunque, “non possiamo permettere a questi criminali che hanno le mani sporche di sangue di continuare a perpetrare il male”. E per questo il presidente russo ha chiesto la costituzione di “una coalizione internazionale come quella che si creò contro Hitler durante la Seconda guerra mondiale”.
L’Ucraina lascia l’aula – Durante il discorso di Putin, la delegazione ucraina ha lasciato in segno di protesta la sala dell’assemblea generale dell’Onu. Domenica tutti i membri della delegazione russa tranne uno erano usciti dalla sala durante il discorso del presidente ucraino Petro Poroshenko a un summit sullo sviluppo sostenibile.