Di Daniele Vice
Per la modica cifra di 70 shekel (circa 17 euro) i giovani di Gaza possono comprarsi dei pantaloni alla moda: gli “Hitler jeans”, lanciati sul mercato da alcuni intraprendenti e spregiudicati commercianti di abiti che stanno attraversando una fase di espansione delle proprie attività. Al negozio “Hitler” aperto tre anni fa nel rione di Sheikh Radwan, hanno adesso affiancato, nel pieno centro della Città di Gaza, anche “Hitler-2″. Ma i commercianti non si sono fermati e, cavalcando a loro modo, l’ondata di emozione che fa fremere i giovani di fronte alla “intifada dei coltelli”, che da ottobre investe la Cisgiordania ed Israele, hanno fatto impugnare ai loro manichini coltelli dalle lunghe lame.
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La foto ha però varcato i confini nazionali, e ai gestori di “Hitler-2″ è stato vivamente consigliato di rimuovere i coltelli. Di recente, i loro manichini esprimevano sostegno ai giovani in rivolta a Gerusalemme est: avevano il volto coperto da keffye e sciarpe con i colori nazionali palestinesi. In mano nessun genere di arma. Varcata da non molto la soglia dei 20 anni, i fratelli Hassan e Ahmed Radwan sono ormai commercianti affermati. Tre anni fa, quando erano ancora alle prime armi, si erano dovuti ingegnare per trovare un nome adeguato al loro modesto negozio di abbigliamento. La ispirazione giunse dall’India, dove il gestore di un negozio era stato obbligato dalle autorità a rinunciare al brand “Hitler” per i propri prodotti.